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Storia della chiesa di Sant'Ignazio

 

La nostra Storia

 

Non C'è storia senza preistoria....

 

 

Forse non tutti gli abitanti di Ca'Bianca, specie i più giovani, sanno che prima di diventare l''attuale zona residenziale, Ia località,  " Terre Perse " (così veniva denominata) era una landa deserta e impenetrabile, solo in parte coltivata prevalentemente a carciofaie e vignel l'attraversava una stradina in terra battuta, che si snodava fra fini rovi e acquitrini dal Lido verso Malamocco, per servire solo ai pochi che vi praticavano I'agricoltura.

I collegamenti di Malamocco con il Lido e il Centro storico si effettuavano esclusivamente per via d'acqua : era
di Ià da venire la bella e larga Via Malamocco, lungo la quale si muovono oggi gli autobus e sfrecciano numerosi veicoli di ogni genere (forse troppi). I terren'i in questione derivavano in parte da zone di imbonimento realizzate all' inizio del secolo dal Genio Civile con le discariche degli escavi in laguna.

 

 


 

 

 

 

 

Nei primi anni'50, I'Amministrazione Comunale, preoccupata dall' abnorme sviluppo urbano del proprio territorio verso la terraferma, e nell' intento di ristabilire un certo equilibrio, indirizzandolo anche verso il polo opposto, decideva una prima lottizzaz'ione di aree di sua proprietà nella zona delle Terre Perse, denominandota allora zona di.. Ca'Bianca.., dal nome di un anti'co forte quivi esistente a ridosso del.. Murazzo ».
Ecco dunque i primi insediamenti e I' arrivo dei pionieri, i primi coraggiosi che, pressati da contingenti necessità, si sono avventurati a costruire Ie prime case e ad abitarvi, là dove mancava ancora

ogni più elementare arredo urbano : un servizio filoviario, molto limitato, Ii
portava dal LIdo fino all'attuale Rotonda di Via Colombo, poi strade fangose o
polverose, appena tracciate e in corso di costruzione Ii portavano alle nuove caseche stavano sorgendo in rapida
successione.
Alla prima lottizzazione, il Comune faceva seguire una seconda che si avviava ad essere non meno rapidamente
saturata. Era un brulicare di cantieri. Gli abitanti del nuovo quartiere residenziale appartengono per Io più al ceto impiegatizio, dipendenti da enti pubblici.
Le costruzioni sono in buona parte realizzate da cooperative edilizie, da gente cioé che aspira all' acquisizione in proprietà degli alloggi. Sono molte le giovani coppie : la popolazione tende inizialmente ad aumentare anche per I' incremento demografico dato dalle nascite.
Stante il rapido sviluppo che stava prendendo la zona, il Patriarca Roncalli, nel gennaio 1955, affidava Ia cura d'anime di questo nascente quartiere a don Gino Picchiolutto, con l'incarlco di fare tutto quanto possibile come fosse parroco.
In breve tempo, don Picchiolutto ottenne dal Demanio Marina I'uso del dormitorio di una ex-caserma (ancor oggi esistente in Via Pividor) e la trasforma in cappella. In quell'ambiente da pionieri, il 19 marzo 1955, festa di S. Giuseppe e Domenica delle Palme, viene celebrata Ia prima Messa in questa zona che forma oggi la nostra Parrocchia. Essendo periodo pasquale, don Gino dà inizio alla tradizionale benedizione delle case.

 

Don Gino, in quel periodo, si avvale della collaborazione di due Suore Canossiane per la messa domenicale del fanciullo, cui fa seguito la dottrina cristiana e di due Suore di Maria Bambina, pure di Malamocco, per Ie attività ricreative della domenica pomeriggio, nonchè di alcuni collaboratori laici del posto. Il 31 luglio 1956 (festa dl S. Ignazio) il Patriarca Roncalli Istituisce la Curazia Autonoma di Ca' Bianca di Lido e nomina don Picchlolutto acurato della stessa e ne delimita i confini. La curazia viene dedicata a S. Ignazlo di Loyola.

Il curato organizza I'attività catechistica, si  occupa degli scouts, della FUCI e convoca assemblee dei residenti per dibattere i problemi contingenti, religiosi e sociali, della zona, anche allo scopo di premere con I' opinione pubblica sulla Civica Amministrazione per Ia più rapida realizzazione dei servizi essenziali (strade, servizio filoviarlo, scuola, ecc.). Il 1° ottobre inizia la pubblicazione di un notiziario ciclostilato che, raccogliendo
Ie varie istanze, tratta di tutti questi problemi.
II 16 novembre 1956, il consigiio Comunale Delibera la cessione alla Mensa Patriarcale di un Terreno per la costruzione della chiesa e delle opere parrocchiali.

II problema che maggiormente assilla Ia nuova comunità è la mancanza di un asilo infantile. Viene subito approntato il progetto che viene sottoposto al giudizio dei residenti in una pubblica riunione. Si raccolgono le prime offerte e si provvede alla recinzione del terreno.
II 4 agosto 1957 si celebra la prima Sagra di S. Ignazio, preceduta da giornate di preghiera, conferenze e culminata con gare sportive, giochi vari e scenette, sul terreno concesso alla Curazia.
Anno 1958 : un anno denso di avvenimenti.
Da una statistica risulta che Ia popolazione residente in Ca' Bianca è composta da 236 famiglie e gli abitanti sono 966. Sono statistiche che variano rapidamente per il continuo e costante flusso degli insediamenti.

II 29 giugno, a due anni dalla istituzione della Curazia Autonoma, il Patriarca card. Roncalli, alla presenza di numerose autorità, benedice la prima pietra dell'edificio delle Opere parrocchiali. Nel luglio dello stesso anno,
un Decreto Ministeriale dispone I'unificazione della zona di Ca'Bianca alla frazione di Lido, mentre prima dipendeva amministrativamente in parte dal Lido ed in parte da Malamocco.

II 29 ottobre 1958, il card. Roncalli viene eletto Papa e la sera stessa don Picchiolutto invia al Santo Padre un
telegramma per annunciargli, con I'augurio di un lungo e proficuo pontificato, la dedicazione dell'Opera Parrocchiale, in costruzione, al suo nome.

Diversi giornali commentano Ia notizia e il quotidiano locale scrive . <<Crediamo che quest' opera sia la prima nel mondo dedicata al nuovo Pontefice ». Alla fine del 1959, in meno di un anno e mezzo, il fabbricato risulta per il momento ultimato ; i piani dell' edificio sono tre, in difformità dal progetto che ne prevedeva soltanto due, ma I'ultimo manca ancora di pareti divisorie, intonaci e pavimenti. Al piano terra viene sistemata la nuova cappella, dove vi si celebra Ia prima Messa Ia notte di Natale di quel 1959. Finalmente un luogo di culto ampio
e decoroso.
Il piano soprastante alla C'appella viene affittato al Comune che vi insedia Ia scuola materna, la qual cosa soddisfa una delle esigenze primarie degli abitanti della zona. Poco dopo, il Comune insedia alcune classi di scuola elementare in un prefabbricato realizzato nell'attuale parco di Ca'Bianca (oggi asilo d'infanzia).

II Patriarca Urbani, in data 1-9-1962, eleva la Curazia Autonoma a Parrocchia (il riconoscimento civile avverrà il 7 aprile 1963) e nomina il primo parroco nella persona di don Attilio Costantini, il quale prenderà possesso canonico della Parrocchia il 4 ottobre, festività di S. Francesco d'Assisi.
Si chiude, a questo punto, un capitolo della storia della nostra comunità e se nc apre uno nuovo. E' finita I'epoca del pionierismo e Ia nostra Ca'Bianca assume un suo preciso connotato e riconoscìmento anche sul piano socio-religioso. Per il nuovo parroco non mancano sin dall'inizio Ie difficoltà, grosse difficoltà, non solo sul piano pastorale, quello che più sta a cuore e impegna don Costantini, ma anche su di un piano puramente materiale. Si tratta di dare forma e sostanza ad una comunità di fedeli in una zona ancora in fase di costante incremento, ma si tratta altresì di provvedere ad alcune urgenti necessità in ordine al completamento delle strutture edilizie. Manca un alloggio per il parroco, I'Amministrazione Comunale preme per avere a disposizione per proprie esigenze scolastiche anche il secondo piano dell'Opera, occorre un impianto di riscaldamento per I'intero complesso, problemi questi che assillano il nuovo parroco, uomo di profonda cultura ed di grande sensibilità pastorale, per sua natura alieno da un simile tipo di occupazioni, che non mancano anche di gravose implicazioni economiche.
Don Costantini affronta con coraggio ed energia Ia situazione, sottoponendosi ad uno stressante lavoro che è reso possibile soltanto dalla sua ferrea volontà di realizzare e dalla sua solida struttura
fisica. Ma quanta fatica! La comunità stenta a prendere consistenza : sono tempi difficili, di forti tensioni sul piano religioso e di gravi contrasti sul piano sociale, come lui stesso dirà nell'esporre ricordi di questa sua prima esperie
nza di parroco a S. Ignazio. Le realizzazioni, però, pure lente e sofferte, non mancano Ia comunità dei fedeli si seleziona e si qualifica, secondo gli indrizzi dati dal Concilio Vaticano II i lavori all' edificio parrocchiale si compiono in tempi relativamente brevi.

II Patriarca Urbani viene in visita pastorale nel 1963 e il 25 gennaio 1965 è presente allo scoprimento della lapide
in onore di Papa Giovanni XXIII. S
i pone ora il problema di dotare la nuova parrocchia di una chiesa, una vera chiesa, centro vitale di formazione e di sviluppo di una comunità cristiana.
Anche qui grossi problemi finanziari, ma anche problemi tecnici e burocratici, contrasti col Comune sulla collocazione
delI'erigendo edificio di culto e sulle limitazioni degli spazi da occupare. Tempi lunghi quindi, per la progettazione e le
autorizzazioni necessarie, ai vari livelli, anche in ordine al finanziamento, ma finalmente il via ai lavori, che durano
circa due anni, con qualche ritardo sui tempi previsti, per I'insorgere di una controversia fra Ia ditta costruttrice e I'arch.
Bellotto, progettista dell'opera e direttore dei lavori.
II risultato è una (bella) chiesa, semplice, lineare, essenziale, una vera aula assembleare, concepita secondo moderni orientamenti, così come I'ha pensata e realizzata don Attilio Costantin con Ia valida e disponibile collaborazione del progettista. Il 16 maggio 1971, il Patriarca Luciani consacra la nuova chiesa, dedicandola a
S. Ignazio di Loyola. Un traguardo importante per Ia giovane comunità parrocchiaIe e per don Costantini, che può
sentirsi, almeno in parte ripagato delle molte fatiche e delle non poche amarezze.
Nell' estate del successivo 1972, il primo parroco si S. Ignazio lascia la nostra parrocchia perchè nominato a reggere quella di S. Moisè in Venezia, che meglio
si presta ad accordare la sua attività pastorale con quella dell'insegnamento.

Quello che ha dato di sé ed ha realizzato fra noi è sotto gli occhi di tutti.

A sostituire don Attilio Costantini viene chiamato don Giacomo Marchesan che, nominato il 10 settembre 1972, fa il suo ingresso soltanto I'8 dicembre, festa dell' lmmacolata. AI suo arrivo deve subito darsi da fare per colmare il vuoto lasciato tra Ia partenza di don Attilio e la sua venuta, con disagi e Ie incertezze che ciò ha comportato, ma ha alle spalle una proficua attività pastorale svolta in qualità di cappellano a Jesolo e trova un terreno fertile dove ha seminato abbondantemente il suo predecessore. Qualche difficoltà iniziale e qualche contrasto vengono presto risolti con spiccato senso di equilibrio e un pizzico di diplomazia.

Don Giacomo riesce ad ottenere quasi subito la preziosa collaborazione di alcune Suore Canossiane, che assicurano

loro impegno costante e giornaliero e, più avanti, grazie all'ospitalità loro offerta dai signori Marchiori, costituiscono
in parrocchia una loro autonoma, piccola comunità. Una collaborazione provvidenziale, tenuto presente che Ia popolazione residente in Ca'Bianca si avvia ormai alle tremila unità.
A don Giacomo non manca certo il lavoro, quello pastorale, primario, e quelIo per il completamento e I'abbellimento delle strutture, nonchè Ie preoccupazioni per una situazione debitoria derivante dai lavori di costruzione della chiesa. Il tutto viene da lui affrontato e risolto con gradualità e perseveranza : si pagano i debiti, viene sistemata una cappella invernale al piano terra dell'Opera Parrocchiale e si ottiene il rilascio da
parte del Comune di altre stanze dello
stesso piano terreno per le catechesi e per le attività ricreative, si realizza una scala interna per la casa canonica, così
da metterla in diretta comunicazione con la chiesa e il patronato. La chiesa viene di anno in anno completata nell'arredo e dotata di pregevoli opere d'arte. E' il caso di ricordare i banchi, i confessionati, la bussola d'entrata, Ia bella via
Crucis e I'artistico porta-cero pasquale, la simbolica vetrata sopra I'altare, le formelle ìn bronzo per il pulpito.

Il terreno circostante, di proprietà, viene sistemato, in parte a sagrato con una pregevole pavimentazione in trachite, e
il restante chiuso da una stabile recinzione.
Sul piano religioso e pastorale si assìite al crescere di una comunità
parrochiale che si avvia rapidamente alla maturità : nasce un Consiglio Pastorale Parrocchiale, che ha rappresentanza in
quello Vicariale, si formano gruppi di attività varie, vi è una partecipazione sempre più attiva dei laici ; nasce anche la
Corale S. Ignazio che dà solennità alle più importanti celebrazioni liturgiche.
II Patriarca, I'indimenticabile Papa
Luciani, segue con particolare cura ed affetto Ia nostra parrocchia ed è spesso presente fra noi con le sue visite
pastorati, ma anche altre.volte con graditissime brevi visite estemporanee.

Quando, nel maggio 1983, don Giacoino viene trasferito alla parrocchia di S. Simeon Profeta, è costernazione da parte
della comunità tutta, mitigata solo dal fatto che tale trasferimento è da Iuì Iiberamente accettato, con spirito di piena  Disponibilità ed obbedienza, quale chiede a tutti noi, e risponde alle esigenze del Vescovo di avvalersi nel nuovo in
carico delle sue già menzionate doti di equilibrio e diplomazia.

II nuovo pastore è don Paolo Donadelli che ha esercitato iI suo ministero a Mestre quale coadiutore dell' indimenticato
Mons. Vecchi.

Egli arriva tra noi i1 6 agosto 1983 e celebra Ia sua prima Messa prefestiva nella nostra chiesa, ricevendo un primo,
improvvisato saluto dai suoi nuovi parrocchiani. L'indomani viene imbastito alIa meglio un saluto ufficiale quale
premessa e promessa di una accoglienza fraterna e affettuosa. L'ingresso solenne di don Paolo ha luogo la domenica
18 settembre, alla presenza di una folta rappresentanza della comunità che lascia a Mestre e che desidera unirsi alla
nostra nella manifestazione di stima ed affetto.

II suo inserimento avviene normalmente, senza traumi per Iui e per la comunità che, superata Ia fase, iniziale, diffcile ed incerta come tutte Ie cose che prendono avvio, ha ormai una sua  consistenza e coesione. A sottolineare questa realtà, il 5 ottobre 1983, esce il primo numero del notiziario a comunità in cammino che, nel titolo è già un programma.
Non mancheranno certo ostacoli, difficoltà, momenti di stanchezza, soste, ma quello che conta è il camminare insieme,
confidando nel Signore ed aiutandosi a vicenda.

 


 

 

 

 

 

 

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